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L'ENUNCIAZIONE                                                                                                        6/6


Il discorso

Alla storia si contrappone il discorso. Se la narrazione storica aveva una funzione oggettivante e per questo cercava di eliminare tutte le tracce dell’autore usando solo la terza persona e determinati tempi verbali, il discorso ha la funzione opposta. Nel discorso, cioè, troviamo un continuo riferimento alla situazione di enunciazione e ai suoi protagonisti. Il modello è quello della conversazione verbale, ma possiamo incontrare le caratteristiche del discorso anche in un testo scritto.

Quali sono queste caratteristiche? Sono meno rigide di quelle della storia. Nel discorso infatti possiamo utilizzare tutte le persone e tutti i tempi verbali, tranne l’aoristo (cioè il passato remoto) che rimane esclusivo della storia. In particolare, però, il discorso utilizzerà il presente, il futuro e il perfetto (cioè il passato remoto). Se utilizzo il presente, per esempio, faccio necessariamente riferimento alla situazione dell’enunciazione, perché indico che ciò di cui sto parlando accade nel momento in cui parlo, “ora”.

La distinzione di Benveniste fra storia e discorso è stata ripresa da molti studiosi. Alcuni l’hanno utilizzata, altri l’hanno aspramente criticata. Probabilmente va ridimensionata la sua portata. Sono possibili cioè eccezioni, usi particolari, gradazioni, ecc. Ciò non toglie che possa essere interessante applicarla in determinate situazioni e rappresenti comunque una riflessione interessante su come, attraverso l’enunciazione, possano essere costruiti degli effetti oggettivanti o soggettivanti.

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LEZIONE 3

Introduzione
L'enunciazione
Débrayage e embrayage
L'enunciazione visiva
Bibliografia