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Meltemi Editore

 




Bibliografia

Pervasi dalla pubblicità

Sull'importanza e la centralità della pubblicità nel nostro ambiente economico e culturale ormai la bibliografia è immensa: mi limito a citare, nell'ottica della sociologia della comunicazione, i libri di Alberto Abruzzese, in particolare Metafore della pubblicità (Genova, 1988) e il più recente e complessivo L'industria culturale, scritto con Davide Borrelli (Roma, 2000). Segnalo anche la vastissima panoramica curata da Mario Morcellini, Il Mediaevo (Roma, 2000). Molto interessante per l'utile incrocio fra diversi approcci metodologico-disciplinari, per lo sguardo d'insieme nonché per le analisi specifiche dei diversi settori è anche Il prodotto culturale. Teorie, tecniche di analisi, case histories curato da Fausto Colombo e Ruggero Eugeni (Roma, 2001), compagni di strada di lunga data, di formazione semiotica oltre che sociologica, cui si devono molti altri bei libri. Fra i quali, sempre di entrambi, Il testo visibile (Roma, 1996), che invita a prendere in conto per l'appunto la dimensione "visibile" del testo, anche quando quest'ultimo è ancora, apparentemente, solo "scritto".

La sociosemiotica

Un libro che sistematizza l'approccio semiotico alla pubblicità, alla comunicazione e più in generale alla vita quotidiana e sociale è ora il volume di Gianfranco Marrone Corpi sociali. Processi comunicativi e semiotica del testo (Torino, 2001), in cui l'autore ne ricostruisce la storia a partire dalla prima semiologia, ne individua i nodi problematici e ne discute gli sviluppi, presentando in modo tematico e organizzato i contributi, dispersi in un gran numero di saggi, spesso anche difficili da reperire, dei protagonisti principali, da Barthes a Baudrillard, da Eco a Floch e Landowski. Autori a cui arriva anche il percorso di ricostruzione dello sviluppo e dei principali strumenti di analisi della semiotica del testo messo a punto da Maria Pia Pozzato, nel suo volume Semiotica del testo. Metodi, autori, esempi (Roma, 2001).

Pubblivisione

La scuola "milanese" di Gianfranco Bettetini (un titolo solo: La conversazione audiovisiva, Milano, 1984) e di Francesco Casetti (anche per lui un titolo solo, e, dato che parliamo di televisione, la ricerca intitolata Fra me e te. Strategie di coinvolgimento del pubblico nella neotelevisione, Roma, 1988) ha dato grande impulso alla ricerca di impostazione semiotica sugli audiovisivi e ha seguito sempre con grande attenzione lo sviluppo del mezzo televisivo in Italia. Così come il settore studi della Verifica Qualitativa Programmi della Rai, che, con la direzione di Gianfranco Mencucci, Nicola De Blasi e poi altri ancora, ha promosso e realizzato per un buon ventennio un monitoraggio costante e metodologicamente agguerrito delle principali tendenze tv. Appartiene a questa collana la corposa ricerca di Andrea Semprini Il flusso radiotelevisivo (Roma, 1994).
Il contributo di Eco, solo in apparenza poco centrale nella produzione dello studioso alessandrino, viene ricostruito con grande precisione da Marrone in uno dei capitoli del libro più sopra citato.

Paratesti o forme brevi?

Il saggio di riferimento sulla paratestualità, e cioè su tutto ciò che "sta intorno" e accompagna il testo (e di cui questo stesso sito costituisce un esempio di "nuova generazione" rispetto alla pur temibile tipologia ricostruita dall'autore) è di Gérard Genette, è tradotto in italiano e si intitola Soglie. I dintorni del testo (Torino, 1989). L'idea centrale è che il paratesto sia il luogo della proposta e della negoziazione del "contratto" o patto di lettura fra il lettore/spettatore e il testo annunciato. Le forme brevi sono invece forme testuali "corte", di dimensioni ridotte, che fra l'altro oggi conoscono un momento di fortuna anche nell'ambito della riflessione estetica. Nel campo dell'audiovisivo e del cinema lo testimonia ad esempio il cofanetto I corti. I migliori film brevi da tutto il mondo (Torino, 2001), che raccoglie un volumetto di saggi curati da Emanuele Bevilacqua, e una cassetta curata da Alessandro Faes Belgrado.
La tesi che difendiamo nel nostro libro è che spesso gli audiovisivi promozionali, come quelli che analizziamo, in realtà si rivelano "forme brevi" a pieno titolo. L'espressione "forme brevi" fa anche venire in mente un celebre libro di André Jolles, bibbia dei primi narratologi, intitolata Forme semplici (Einfache Formen, Tubinga, 1930-1974, tradotto a Milano nel 1980), la cui tesi è che esistano delle forme letterarie di base (Leggenda sacra e profana - Mito - Enigma - Sentenza - Caso memorabile - Fiaba - Scherzo) riconducibili ad altrettante fondamentali esigenze dell'animo umano ( o Geistesbeschaftigung). Il libro andrebbe riletto alla luce di una semiotica del testo più matura, ma non è difficile intravedervi una breve tipologia dei discorsi del tutto riscontrabile anche all'interno dei testi promozionali. Provare per credere.

Alla ricerca del tempo perduto

Il lavoro sulla temporalità nei testi brevi è uno degli aspetti più interessanti che abbiamo incontrato, e che ci ripromettiamo di approfondire. Sul tempo nell'audiovisivo non si può omettere Il tempo del senso di Gianfranco Bettetini (Milano, 2000, 3° ed), che pone molte questioni interessanti. Il grande classico della riflessione narrativo-ermeneutica sul tempo è Paul Ricoeur, con i suoi tre volumi dedicati appunto a Tempo e racconto (Milano, 1986-1990), in cui riprende i risultati dei lavori della narratologia, e in particolare di Genette e di Greimas. Il dibattito fra Ricoeur e quest'ultimo (proprio incentrato sul modo in cui la questione della temporalità trova rappresentazione nel modello della narratività greimasiano, il cosiddetto percorso generativo) è ricostruito in modo elegante a cura di Francesco Marciani sempre nella collana Segnature della Meltemi, con il titolo Tra ermeneutica e semiotica. Si occupa invece di ritmo, legandone le questioni alla fruizione, Daniele Barbieri, già nella sua tesi di dottorato e poi nella ricerca Questioni di ritmo. L'analisi tensiva del testo televisivo ( Roma, 1996), e poi ancora in un nuovo volume, ancora in corso di pubblicazione, intolato per il momento Tensioni testuali.

Le intelligenze del testo

Per una riflessione sui livelli più di superficie del testo e sul loro trattamento, per una semiotica che sia davvero "del discorso", rimandiamo al libro di Jacques Geninasca, studioso di origine ticinese oggi residente a Neuchatel, tradotto di recente come La parola letteraria (Milano, 2000). Si tratta di un libro molto denso e molto ricco, che può essere introdotto dalla lettura di Dialogo a sette voci. Intorno alla semiotica letteraria di Jacques Geninasca, sempre a cura di Pezzini e Pozzato (Urbino, 2000). L'autore si occupa principalmente di testi estetici - letteratura, poemi in prosa, poesie, pitture, testi visivi -, dopo essersi dedicato in precedenza allo studio di fiabe, parabole e racconti, ma molte delle sue analisi pervengono a risultati generalizzabili, e di estrema utilità anche nel campo dell'analisi dei testi della comunicazione. Nel libro, ad esempio, vengono spesso utilizzate le sue riflessioni sui cosiddetti sintagmi seriali o ritmici, le sue proposte di articolazione dei discorsi in spazi testuali, così come quelle riguardanti le diverse modalità di prensione del senso.